L’ITALPOSA riporta la Coppa Italia in Romagna battendo i Campioni d’Italia del Bollate
L'Italposa vince contro Saronno in semifinale, supera anche Bollate in finale, e si aggiudica la Coppa Italia 2025. Per il Softball Forlì è il decimo successo nella manifestazione, venticinque anni dopo il primo (Ronchi, 2000). La Coppa Italia dà alle romagnole il diritto a partecipare alla Coppa Coppe 2026; l'ultima volta era stata nel 2019, a Praga, e Forlì vinse 4-2 la finale contro le olandesi.
Questa vittoria ha un sapore proprio gustoso, pieno. Non è soltanto il piacere di rivincere il trofeo sette anni dopo l'ultimo precedente (Collecchio, 2018). Conta, senz'altro; così come conta il fatto che si tratti della decima coppa, e questo fa di Forlì la prima società ad essere andata in doppia cifra nell'albo d'oro: primato che si delinea problematico da avvicinare (Bollate e Legnano seguono Forlì con quattro successi).
E no, non è nemmeno la soddisfazione della rivincita -niente affatto simbolica- contro il Bollate da cui l'Italposa era stata sconfitta in finale scudetto appena sei giorni prima. Vuol dire tanto, ma non vuol dire ancora tutto.
E' che questa è una gratificazione della squadra e per la squadra. Per il lavoro duro, per la tenacia, per la pazienza e la resilienza. Perché arrivare vicini a tutti i traguardi e poi raccogliere soltanto complimenti e riconoscimenti, ti lascia sempre la sensazione che manchi qualcosa. La Coppa Italia 2025 è lì a testimoniare: ne è valsa la pena, bravi tutti.
Per arrivare a giocarsi la coppa, Forlì ha prima dovuto superare il detentore Saronno in semifinale. L'Inox Team aveva la sua buona motivazione, vincere la quarta Coppa Italia consecutiva e stabilire un record. E ce l'ha messa davvero tutta: le due squadre si sono di fatto annullate per sette inning, poche occasioni per parte, un punto a testa, la certezza che bastasse poco a rompere l'equilibrio. A spezzare il match è stata l'Italposa, sei valide a Toniolo con tre doppi (Cacciamani, Vigna, Giacometti), sette punti segnati nell'extrainning, e discorso chiuso.
Forlì quest'anno non aveva mai vinto contro Toniolo in pedana. Per vincere la posta grossa, doveva ripetersi contro Bigatton, alla quale dal 2017 in poi aveva inflitto una sola sconfitta (luglio 2023); Bigatton che nella finale scudetto ha giocato in modo da meritarsi l'Mvp della serie.
L'Italposa insomma sapeva che sarebbe stata non difficile: di più. Ha trovato il 2-0 in apertura di match, poi ha subito il ritorno bollatese ed è finita sotto 2-5. Ma non appariva una Forlì demotivata, e nemmeno frustrata dalle tante occasioni sprecate. Trovarsi sotto di tre punti pur battendo più delle avversarie è roba da segare i nervi, ma nessuna si è persa d'animo. E al sesto inning Forlì ha unito i puntini: da una eccellente sequenza di battute (Laghi, Cacciamani, Moreland, Lacatena, anche Vigna) sono nati i punti del pareggio.
E poi è arrivato il settimo inning.
Con due eliminati, Cacciamani colpisce una linea tesa a sinistra; l'esterno va per la presa al volo, la manca. L'arbitro di casa fa segno: gioco valido. Cacciamani corre sulle basi. La palla rotola lontano, Cacciamani corre, la palla non arriva, Cacciamani completa il giro e scivola sul piatto, volano le proteste. L'arbitro convalida il 6-5. Ed è simbolicamente giusto che sia stata Ilaria Cacciamani a prendersi la scena, lei che in semifinale aveva tirato 118 lanci e si era spremuta per neutralizzare il line up del Saronno.
C'era ancora il turno basso: Bollate schierava la parte forte del line up, colpiva subito valido e faceva avanzare il corridore in Seconda ma l'Italposa faceva due out. C'era una (saggia) base intenzionale a Thomas, poi Lacatena faceva battere un campanile che Cortesi poteva raccogliere al volo. Finita.